Il Castello di Fénis, ubicato nell’omonima località valdostana, rappresenta uno dei manieri medievali più noti e incantevoli della Valle d’Aosta. La sua suggestiva architettura, caratterizzata da una duplice muraglia merlata che avvolge la struttura centrale e le sue innumerevoli torri, fa del castello una delle principali mete turistiche della regione e uno degli esempi più integri di castellologia medievale in Italia.
A differenza di altri castelli valdostani come Verrès e Ussel, eretti su promontori impervi per una maggiore difesa, il Castello di Fénis sorge in una località che non offre protezioni naturali, suggerendo che il suo scopo fosse più che altro rappresentare il prestigioso cuore amministrativo della famiglia Challant-Fénis. Si ipotizza che la sua imponente muraglia avesse più un ruolo simbolico che difensivo, mirato a esercitare un’impressione di potenza sulla popolazione. La collocazione del castello, su un’altura circondata da prati, lascia supporre che nel passato potrebbe essere stato il luogo di una villa romana.
Questa teoria, però, a differenza di quanto accaduto per il Castello di Issogne, dove simili supposizioni sono state confermate dai resti murari rinvenuti, non ha ancora trovato riscontri archeologici a Fénis. Documenti storici menzionano il Castello di Fénis per la prima volta nel 1242, quando viene descritto come possedimento del visconte di Aosta Gotofredo di Challant e dei suoi consanguinei. Appartenenti a una delle famiglie di spicco della Valle d’Aosta e vassalli dei Savoia, dalla quale ottennero il titolo visconteo, i Challant avevano all’epoca una struttura castellana che probabilmente si limitava alla torre meridionale, alla torre quadrata, ad un edificio centrale e ad un’unica cinta muraria.
Viaggiando lungo l’Autostrada E25 verso Aosta e svoltando all’uscita per NUS, ci attende un tranquillo tragitto di 150 km che ci porta, nel cuore della mattinata, al cuore di Fénis. Qui, dopo aver parcheggiato comodamente e senza costi nei pressi del castello, ci dedichiamo a una rilassante esplorazione delle incantevoli vicinanze. Al sopraggiungere dell’ora di pranzo, facciamo rotta verso l’agriturismo Le Bonheur, un’oasi di tranquillità immersa nel verde e situata a soli 500 metri dal castello.
L’agriturismo offre un’atmosfera rustica e accogliente, che ci ha deliziato con piatti tipici della tradizione locale, realizzati con prodotti freschi dell’azienda agricola e accompagnati da una selezione di eccellenti vini del territorio. Nel menù spiccano le torte salate, il Reblec, la polenta con carbonade, il capretto accompagnato da patate di montagna e le crepes alla valdostana. Le Bonheur vanta numerosi premi e riconoscimenti gastronomici: è presente nella prestigiosa Guida Michelin dal 2003, nella Guida Osterie d’Italia di Slow Food e, a partire dal 2006, nella selezione di Mangiarozzo.






«Di fuori è un fascio di torri che si accavalcano, le une quadrate e tozze, le altre rotonde, sottili, tutte merlate, armate, irabertescate, irte di aggetti d’ogni maniera, che sembrano minacciare soprusi e violenze, che sfidano il viandante e gli gridano: fuori, che frastagliano il cielo con bizzarri profili. Dentro è un chiostro raccolto, silenzioso, tutto ombre, sobrio e corretto nelle insolite forme e nei ricchi colori. A vederlo di lontano ha un’aria petulante di spavaldo; a chi v’ entra, spira la calma dei forti» Da:I Castelli Valdostani di Giuseppe Giacosa dove descrive il castello di Fénis. Ed è proprio una descrizione perfetta!




Il castello presenta un nucleo principale di forma pentagonale, una scelta architettonica dettata probabilmente dalla necessità di incorporare edifici preesistenti e adattarsi alle asperità del terreno. Questo corpo centrale è avvolto da una duplice cerchia di mura merlate, punteggiate da numerose torrette. Queste strutture difensive sono collegate da un percorso di guardia elevato, noto come cammino di ronda. Le torri di dimensioni maggiori sono dotate di feritoie per l’uso di archi e beccatelli che forniscono supporto alle sezioni superiori. Il lato del muro rivolto verso la strada principale, che serpeggia attraverso la valle e rappresenta il punto più vulnerabile agli attacchi, era originariamente fortificato da quattro torrette circolari. Dopo i restauri effettuati negli anni ’30, queste sono state portate a cinque, aumentando così la capacità difensiva del castello.

Con l’arrivo del primo pomeriggio, mentre attendevamo l’orario del tour prefissato, abbiamo passeggiato intorno al castello, rimanendo incantati dalla sua imponente maestosità.







Orario vista arrivato, attraversiamo il cancello meridionale per entrare nel castello, costeggiando una delle sue torri più antiche. Tale ingresso è frutto dei restauri effettuati negli anni ’30. Invece, si presume che l’accesso originario fosse localizzato vicino alla torre quadrata sul versante occidentale della fortezza.


Attraversando il massiccio portone d’ingresso, ci accoglie un cortile interno, racchiuso da mura che abbracciano l’edificio principale. Lungo un lato del cortile si erge un edificio rettangolare, anticamente utilizzato come scuderia. L’entrata alla parte residenziale principale si apre dinanzi a noi, sotto una caratteristica torretta situata al centro del lato orientale del complesso.




Passando sotto un elegante porticato, giungiamo nel cuore dell’insediamento storico, un incantevole cortiletto quadrato concepito da Bonifacio I a cavallo tra la fine del XIV secolo e l’esordio del XV. Dominante il centro del cortile si erge un suggestivo scalone a mezzaluna scolpito in pietra. In cima a questo, troneggia un vivido affresco di San Giorgio nell’atto di sconfiggere il drago, un’opera datata circa 1415, presumibilmente frutto del genio creativo della scuola di Giacomo Jaquerio.



Il motivo di San Giorgio che combatte il drago era estremamente popolare in Valle d’Aosta, poiché rappresentava l’epitome dell’ideale cavalleresco. Analizzando l’affresco, si rileva il monogramma BMS, che si presume rappresenti le iniziali del mecenate, Bonifacium Marexallus di Savoia.


Il cortile si presenta come un gioiello architettonico, completamente adornato da affreschi in puro stile gotico internazionale. Tre dei suoi lati sono abbelliti da una graziosa balconata a doppio livello in legno, che segue il perimetro dei piani superiori. Su queste balconate si dispiegano una serie di figure scolpite, ciascuna sostenendo una pergamena. Su di esse sono incisi proverbi e massime di saggezza, elegantemente scritti in antico francese. In passato, accanto ad ogni figura scolpita era presente una didascalia che ne svelava l’identità; oggi, tuttavia, la maggior parte di queste sono sbiadite e non più decifrabili. Tra le varie figure spicca la rappresentazione di un individuo in abiti arabi, un omaggio alla partecipazione dei Challant in una delle crociate.








Dopo aver esplorato il cortile esterno, ricco di dettagli affascinanti, ci addentriamo nel nucleo principale del castello, articolato su tre livelli che abbracciano un pittoresco cortile interno. Il piano terra era dedicato alla guarnigione e ai locali di servizio; qui si trovavano il corpo di guardia, la cucina e una sala da pranzo. Il primo piano era l’esclusiva dimora dei nobili proprietari, con una cucina privata, le camere signorili, una sala di giustizia e una cappella. Il castello poteva ospitare fino a sessanta persone, includendo la famiglia del signore, eventuali ospiti, la guarnigione e il personale di servizio. Sfortunatamente, non abbiamo potuto visitare il secondo piano, riservato alla servitù e agli ospiti, né il seminterrato, con le sue cantine e le prigioni, in quanto non aperti al pubblico.








Al primo piano si estende una sala rettangolare di notevole lunghezza conosciuta come la cappella, uno spazio tra i più incantevoli e affascinanti dell’intero castello. Si presume che in epoche passate tale sala fosse divisa in due sezioni da una grata in legno, che distingueva l’area dedicata alla cappella vera e propria da quella destinata alle funzioni di rappresentanza, nota come “salle de la chapelle”.



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