Notizie di una casaforte o forse di una semplice torre a guardia del territorio risalgono già al XIII secolo. Documenti attestano che nel 1242 l’edificio fu sede di un importante incontro tra Amedeo IV e Gotofredo I di Challant per discutere la ribellione di Ugo di Bard, signore del luogo. Questa alleanza sancì l’assegnazione del castello al nipote Jacques di Bard, estraneo alla rivolta, conferendogli anche il titolo di «Conte di Sarre», dinastia di cui divenne capostipite. Estintasi la discendenza dei Sarre, nel 1364 Amedeo VI di Savoia concesse il feudo e la casaforte annessa a Enrico di Quart. Alla sua morte nel 1377, il castello tornò ai Savoia che lo affidarono nel 1405 al nuovo feudatario Thibaud de Montagny. Da allora, la proprietà del maniero passò a diverse famiglie, tra cui i baroni Genève-Lullin, i Leschaux, i La Crête, i Roncas e i Rapet.
Nel 1708 il castello venne acquistato da Jean-François Ferrod d’Arvier, un ambizioso industriale arricchitosi con forniture militari e lo sfruttamento delle miniere di rame di Ollomont. Per dimostrare la propria agiatezza, ricostruì interamente il castello conferendogli l’aspetto attuale, risparmiando solo la torre. Tuttavia, nel 1730, a seguito del tracollo economico di Ferrod, un’ipoteca sul castello consentì ai legittimi eredi della famiglia Rapet di riprendere possesso del maniero. Successivamente, la proprietà passò ai Nicole de Bard e poi alla famiglia Gerbore.
Il castello divenne proprietà dei Savoia nel 1869 con re Vittorio Emanuele II, che lo acquistò assumendo anche il titolo di «Conte di Sarre». Egli commissionò ulteriori ampliamenti, l’innalzamento della torre centrale e la costruzione delle scuderie, trasformando il castello in una delle maggiori residenze stagionali dedicate alla caccia, sua nota passione. Il “roi chasseur” frequentò molto il castello per le battute di caccia nelle vicine valli di Cogne, Valsavarenche e Val di Rhêmes, territori che un tempo costituivano la sua riserva di caccia personale e che attualmente fanno parte del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Il castello fu frequentato anche dal successore Umberto I, che lo decorò con numerosi trofei di caccia visibili nella Galleria dei Trofei e nella collezione museale. La regina Margherita, sua consorte, soggiornò al castello solo una volta nell’estate del 1880, preferendo poi Castel Savoia a Gressoney-Saint-Jean. Assidui frequentatori di Sarre furono anche i Principi di Piemonte Umberto II e Maria José, che nel 1935 rimodernarono gli ambienti utilizzandolo come residenza stagionale per le loro escursioni alpine. La principessa Maria José vi si rifugiò con i figli durante i periodi più difficili del secondo conflitto mondiale.
Rimasto di proprietà della famiglia Savoia fino al 1972, il castello venne acquistato dallo Stato italiano che nel 1989 lo affidò alla Regione Valle d’Aosta per un lungo restauro prima di aprirlo al pubblico. Oggi, il castello reale di Sarre rappresenta un’importante testimonianza della Famiglia Reale in Valle d’Aosta, custode di memorie venatorie ed escursionistiche dei Savoia.
Il castello reale di Sarre (in francese, château royal de Sarre) è una storica fortezza valdostana situata nella località Lalex, in Valle d’Aosta.
Raggiungere il castello Reale di Sarre è molto semplice. Prendete l’autostrada A5 e uscite al casello Aosta Ovest. Proseguite fino alla rotonda della statale SS26, quindi seguite le indicazioni per Aosta. Dopo aver costeggiato il castello (che vedrete sulla destra, in alto), svoltate a destra su una strada in salita che conduce direttamente al parcheggio gratuito di fronte all’ingresso.

Composto da un imponente corpo longitudinale che domina una collina con evidenti terrazzamenti a picco sull’autostrada A5 verso il Monte Bianco, la struttura è caratterizzata da un’alta torre merlata a base rettangolare con finestre a crociera, che si erge al centro dell’edificio. Questa costruzione si sviluppa su tre piani e presenta un uniforme rivestimento in pietra, simile a numerosi altri castelli della regione. Accanto al corpo principale, all’interno della cinta muraria che circonda l’intera area di pertinenza, si trova una piccola cappella reale a navata unica, caratterizzata da sobrie decorazioni e un altare di chiara ispirazione barocca.
Il prospetto retrostante del castello si affaccia su un ampio cortile prativo, contornato da due camminamenti su entrambi i lati e dalla struttura delle scuderie voluta da Vittorio Emanuele II.
Una breve passeggiata dal parcheggio ci porta all’ingresso del castello, regalando una splendida vista sulla Valle d’Aosta.






La cappella di Santa Barbara
La cappella, risalente alla ricostruzione del castello operata nel 1713 dal barone Ferrod, è dedicata a Santa Barbara dalla fine del Settecento. Anche nel secolo successivo subì varie modifiche. Nel 1869 venne livellato il terreno nella zona di accesso, le pareti furono tinteggiate e la pala d’altare venne sostituita con un dipinto che ritrae San Francesco di Sales. Inoltre, furono aggiunti altri dipinti alle pareti, raffiguranti i beati della casa Savoia, tra cui Umberto III e Bonifacio.
Ingresso biglietteria
L’accesso alle sale è consentito solo con l’acquisto di un biglietto per una visita guidata. Gli spazi esterni, come la cappella e il giardino, sono invece accessibili liberamente.



Galleria dell’accoglienza
L’ambiente accoglie i ritratti degli antenati. Farsi ritrarre era un modo per esibire la grandiosità delle vite dei sovrani. Inoltre, in questo castello sono conservate molte delle memorie dinastiche designate da Umberto II, che arricchì le collezioni con nuovi dipinti. La sezione principale di questa collezione è dedicata ai ritratti degli esponenti della dinastia sabauda, dal periodo di Emanuele Filiberto fino a Vittorio Emanuele II.
Galleria dei trofei
La galleria dei trofei è la lunga stanza che conduce fino al salone dei trofei del castello Reale di Sarre. Come nel salone anche qui sono impressionanti le decorazioni. L’intero corridoio, scandito da porte e finestre interne e sull’esterno, è ricco di affreschi floreali a cui sono aggiunte le corna degli animali cacciati a completare motivi geometrici o cornici.








Salone dei trofei
Il salone dei trofei del Castello Reale di Sarre è l’elemento distintivo del castello. Questo spazio, simile alla galleria, fu ideato su richiesta di Umberto I alla fine dell’Ottocento. Tuttavia, l’originale disposizione decorativa delle corna di stambecco e camoscio, insieme ai crani abbinati a motivi floreali, venne realizzata dopo la morte del re.
Come non meravigliarsi di fronte agli originali ornamenti di queste stanze creati con trofei di caccia: una soluzione che ben interpreta il gusto dell’epoca e trasforma queste sale in un unicum grazie all’utilizzo di 3612 corni sfusi o appaiati, che corrispondono a 1019 stambecchi e 787 camosci.



L’arrivo al castello di Vittorio Emanuele II porta ad una riorganizzazione del territorio circostante per meglio adempiere alle sue battute di caccia. Le alte rotte della valli di Champorcher, Cogne, Valsavarenche e Rhemes divennero il luogo preferito dal re per la sua passione venatoria. Ciò diede vita a oltre 300 chilometri di strade reali che si arrampicavano sul Gran Paradiso.



Anche i successori Umberto I e Vittorio Emanuele III condividevano la passione per la caccia e continuarono a utilizzare il castello Reale di Sarre, adattandolo alle loro esigenze. Nel 1919, Vittorio Emanuele III donò all’Azienda del Demanio Forestale di Stato tutte le sue proprietà e i diritti esclusivi di caccia nei distretti di Aosta e Ceresole, con l’obbligo di creare il primo Parco Nazionale Italiano. Così nacque il Parco del Gran Paradiso.


La creazione del parco ha consentito il ripopolamento completo della catena alpina da parte dello stambecco, grazie alla cattura e all’invio di esemplari maschili e femminili nelle Alpi italiane ed estere. La riserva di caccia reale ha permesso di monitorare e favorire la prosperità degli stambecchi e dei camosci, attuando un rigoroso controllo del bracconaggio. Il numero di stambecchi è passato da poche centinaia nel 1860 a circa 3000 nel 1913.





Piano Primo – L’appartamento reale
Tutte le sale al primo piano fanno parte dell’appartamento reale e rievocano il gusto di Umberto I e della moglie Margherita di Savoia. Gli arredi presenti sono gli stessi (ma restaurati) utilizzati nel castello a fine ottocento.
Sala reale, dove trovi dipinti e ritratti opera dei maggiori pittori di corte durante l’ottocento. Tra le altre opere che troverai qui c’è la testa di Giuseppe Garibaldi, scolpita nel 1875 da Ercole Rosa e poggiata su di un tavolo riccamente intagliato, e il dipinto Altacomba, la Fontana delle Meraviglie di Antonio Fontanesi.



L’anticamera e la camera del re
Le sale dell’anticamera e della camera del re sono state arredate seguendo gli inventari storici del 1875 e 1890, periodo dei soggiorni di Umberto I e Margherita di Savoia. Il letto a baldacchino originario in ottone con testiera a bastoni, colonne e cupolino centinato con cortinaggio di mussola damascata e pizzo in cotone, non è stato ritrovato nel castello e per questo sostituito da uno con tessuti moderni che si rifanno a quelli descritti.



La camera e il Boudoir della regina Margherita
La camera della regina ospita un piccolo inginocchiatoio, sopra il quale si trova il bozzetto della tela di Francesco Trevisani, realizzata nel 1724 per la cappella di Sant’Uberto alla Venaria Reale.
Durante il regno di Vittorio Emanuele II, questa stanza era un salottino, successivamente trasformato nella camera della regina Margherita. Qui vennero aggiunti un gabinetto e una toeletta, con un lavabo in noce intagliato, piedi a voluta e piano in marmo bianco.





La camera dell’aiutante di campo di sua Maestà
La camera riveste un’importanza particolare. Nel 1876, fu l’appartamento privato di Vittorio Emanuele II e solo nel 1890 divenne la residenza del primo aiutante di campo di Sua Maestà. Il ruolo dell’aiutante di campo di sua Maestà consisteva nel dirigere tutti i servizi per la sicurezza della famiglia reale e nel coordinare le funzioni militare durante i viaggi del re.


Esplorando le scale del castello





Secondo piano – L’appartamento di Umberto II e Maria José
Questi spazi sono il frutto di una revisione operata negli anni trenta da Umberto e Maria José, quando scelsero il castello Reale di Sarre come residenza estiva.
Prima sala – Vittorio Emanuele III e Elena di Montenegro
Sono esposte diverse opere raffiguranti Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro. Inoltre, si trova un ritratto di Vittorio Emanuele III insieme a Umberto II da bambino.


Seconda sala – Umberto II e Maria José del Belgio
Dedicata a Umberto II e Maria José del Belgio, la sala ospita alcuni mobili originali del 1904.
Protagonista indiscusso è il grande e affascinante dipinto delle nozze dei principi, realizzato da Basilio Cascella.


Terza sala – I Savoia e la storia
Legata alla storia dei Savoia, la passione di Umberto e Maria José per l’iconografia sabauda è evidente. All’interno del mobile vetrato sono esposti bronzetti iconografici e sculture dedicate ai vari corpi dell’esercito sardo.
Alle pareti, una serie di litografie del 1844 illustra l’armata sarda e le sue uniformi. In un angolo, una riproduzione in scala ridotta della scultura principale del monumento al Carabiniere, situato nei giardini reali di Torino.



Quarta sala – La promozione delle arti nel novecento
L’ultima sala si focalizza sulla politica di promozione delle esposizioni nazionali, sostenuta dai Principi di Savoia nel primo dopoguerra.



Lascia un commento