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Castello di Serralunga d’Asti

Elegante e imponente, questo castello è un’icona immortale del paesaggio, sovrastando uno dei villaggi più suggestivi e preservati delle Langhe, abbracciato dalle colline dei pregiati vini. Riconosciuto come uno dei più autentici esempi di fortezza nobiliare del XIV secolo in Piemonte, il castello si distingue in Italia per la sua peculiare architettura, tipica di un donjon francese. Già nel XII secolo, una torre vigilava e proteggeva il borgo. Nel 1340, Pietrino Falletti ottenne il feudo in premio per i suoi meriti militari, abbatté la preesistente torre e innalzò il castello. Si ritiene che la costruzione sia stata completata nel 1357, anno in cui risale un documento attestante una vendita in uno dei suoi saloni.

Il fatto che non abbia mai subito eventi bellici di rilievo o trasformazioni in residenza ha permesso di preservare la struttura originaria della fortezza medievale. Il castello, tuttavia, ha avuto nel tempo una prevalente funzione di sorveglianza delle attività produttive locali, come evidenziato dalla sua imponente verticalità, espressione del prestigio dei Falletti.

Già alla fine del Trecento, il castello includeva il palacium, un’edificio principale robusto e allungato, con sale ampie sovrapposte; una torre cilindrica e una pensile per l’osservazione e simbolo di status; una torre quadrata; e una corte con ponte levatoio. Nell’ampio spazio del palacium al livello della corte, utilizzato come sala pubblica per l’amministrazione della giustizia, si trova una cappella intima con volta a botte, abbellita da affreschi della metà del XV secolo che ritraggono il Martirio di santa Caterina d’Alessandria. Alcuni imponenti camini e soffitti in legno sono i soli elementi rimasti degli arredi originari. Il cammino di ronda, inizialmente all’aperto e munito di merli, fu in seguito coperto dal tetto.

Dalle finestre dell’ultimo piano si può godere di una vista mozzafiato a 360 gradi sulle Langhe, arrivando a scorgere l’arco alpino.

ll Borgo ed il castello

Siamo giunti a Serralunga d’Alba, una pittoresca località del Piemonte situata in provincia di Cuneo, popolata da poco meno di 600 anime. Abbiamo lasciato l’automobile lungo la Strada Provinciale 125, nei pressi di Piazza Maria Cappellano, dove si può godere di un incantevole panorama che abbraccia le ondulate colline delle Langhe. Il castello di Serralunga, che troneggia maestoso sull’abitato, attira il nostro sguardo e ci incamminiamo per visitarlo.

La salita

L’accesso al castello presenta un’imponente sfida per qualsiasi nemico che tentasse di forzarne l’ingresso. Un balconcino difensivo, l’unico in tutta la struttura, sovrasta il portale principale, offrendo una postazione strategica per gli arcieri. L’unico sentiero che porta al portone è una scala rialzata circa 5 metri da terra. Se un assalitore riuscisse a sfondare il primo portone, verrebbe attivato un meccanismo che solleva il pavimento di legno, trasformandolo in un ponte levatoio. Questo si trova nel primo cortile e, una volta alzato, non solo sigilla la seconda entrata, ma rivela anche una fossa profonda con spuntoni aguzzi, quasi insormontabile. Il castello è rimasto inespugnato nella sua storia, eccetto nel 1616, quando fu occupato dalle truppe spagnole.

Il Palacium

Le radici storiche di questa costruzione risalgono a una torre a base quadrata, eretta in seguito alle invasioni barbariche e inserita in una rete di torri di avvistamento sparse nel territorio. Il nucleo centrale del castello venne costruito in una fase successiva. Questa imponente fortezza è caratterizzata da tre grandi saloni, ciascuno con una superficie di 80 metri quadrati, disposti uno sopra l’altro; l’ultimo piano è occupato dal camminamento di ronda.

Il giardino

Il giardino avvolge parzialmente l’imponente castello, offrendo non solo la possibilità di ammirare l’architettura di questa storica costruzione, ma anche di godere di una vista mozzafiato sulle ondulate colline delle Langhe. Dall’alto, si può osservare il borgo sottostante, la cui pianta circolare s’intreccia e si espande intorno alla fortezza.

L’accesso

Attraversando l’unico varco del castello, è evidente l’ingegnosa progettazione difensiva che avrebbe scoraggiato qualsiasi nemico intenzionato a penetrarne i confini. Dominante l’ingresso, un balcone di guardia, unico in tutta la fortezza, offriva una postazione strategica agli arcieri. L’accesso al portone principale avveniva tramite una scala rialzata circa 5 metri da terra. Se gli assalitori fossero riusciti a sfondare il primo portale, si sarebbero trovati di fronte al pavimento del primo cortile che, trasformandosi in un ponte levatoio, si alzava rivelando una fossa letale, irta di spuntoni, praticamente insormontabile. Questo sistema difensivo ha reso il castello inespugnabile, tanto che è stato conquistato solo una volta nel 1616, quando fu occupato dalle truppe spagnole.

Dopo aver attraversato il cortiletto angusto e un po’ claustrofobico, ci ritroviamo sotto un cielo che appare come un minuscolo quadrato. Attraverso un’umile porta, entriamo nella: Sala di rappresentanza. Il maestoso Salone dei Valvassori domina il castello, con il suo soffitto lavorato a cassettoni e i pavimenti in calda terracotta. Al suo interno si nasconde una graziosa cappella, arricchita da raffinate decorazioni. Un antico camino risalente al 1500 cattura lo sguardo; accanto, un incavo nascosto nel muro, forse un tempo usato come cassaforte o archivio segreto. Il soffitto, scolpito in legno con la tecnica a cassettoni, sovrasta la stanza. Le pareti sono coperte di graffiti incisi dai soldati delle truppe spagnole, testimonianza storica del loro soggiorno. Uno di questi graffiti è particolarmente significativo poiché reca incisa la data precisa dell’anno “1616”, offrendo così un prezioso indizio cronologico.

La piccola cappella

In un magnifico affresco del XV secolo, realizzato da un maestro anonimo e un tempo distinto dal resto della sala, compaiono quattro figure sacre: San Giovanni Battista, Santa Caterina d’Egitto, Sant’Antonio da Padova e San Francesco. Queste sono sovrastate dal sacro simbolo dell’Agnus Dei, che conferisce all’opera una solenne spiritualità.

Mentre esploravomo il castello, è stato un grande piacere nel catturare con la fotocamera le diverse finestre. Alcune erano munite di accoglienti sedili in pietra, concepiti per offrire ai suoi abitanti piacevoli momenti di pausa, ammirando lo splendido panorama delle colline limitrofe.

Il Livello Residenziale. Questo ambiente si dispiega come una grande stanza con tre caminetti, originariamente concepita come tre spazi distinti: la cucina, la sala da pranzo e la camera da letto, divisi da paraventi e mobili. Un elemento particolarmente avanzato per l’epoca, intorno al 1300, è la presenza di una piccola toilette, accessibile attraverso una porta nascosta e situata dietro a uno dei caminetti. Dal livello residenziale, inoltre, si accede alla torre circolare che ospita il “pozzo dell’oblio”, noto anche come “pozzo rasoio”, nel quale venivano gettati i condannati a morte.

Abbandoniamo l’area residenziale attraversando una scalinata ripida, immersi in una luce soffusa. Ascendiamo costantemente, fino a sboccare al terzo piano in una dimensione totalmente nuova: Camminamento di ronda. Ci troviamo ormai sulla vetta del castello, nel luogo dove si snoda il camminamento di ronda, da cui si gode una vista impareggiabile a 360°. Lo sguardo si estende fino ai profili distinti dei paesi nel panorama e si perde tra le dolci colline. Quest’area, originariamente a cielo aperto e difesa da merli, è stata in seguito ricoperta da un tetto. Tuttavia, è ancora possibile scorgere la caratteristica merlatura che la circonda.

Prima di lasciare il camminamento di ronda, ci concediamo un momento per ammirare il panorama dalle finestre: è uno spettacolo mozzafiato. Un leggero velo di foschia oscura leggermente la vista, ma, se non ci fosse, potremmo persino godere della maestosa silhouette delle Alpi.

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