Il Castello di Vezio si erge maestoso su un promontorio del Monte Fopp, dominando la scenografica Val d’Esino e il pittoresco villaggio di Varenna. La maggior parte della struttura si trova nel territorio di Varenna, con una piccola porzione che ricade sotto Perledo. La frazione di Vezio appartiene amministrativamente a Perledo, nella provincia di Lecco. Originario dell’XI secolo, il castello ha subito numerosi interventi e ristrutturazioni nel corso dei secoli.
Nel 1891 furono scoperte alcune tombe dell’età del ferro, e nel 1956 emersero spade, elmi e frecce in ferro con cuspidi triangolari. Un elmo e un gladio di epoca tardo-romana furono riportati alla luce alla fine dell’Ottocento, anche se successivamente andarono perduti.
La torre del castello, risalente all’epoca comunale, era il cuore di un borgo fortificato, dove i varennesi e i profughi dell’Isola Comacina trovavano rifugio durante gli attacchi dei comaschi, dopo la devastazione totale dell’isola stessa.
La rocca seguì le sorti di Varenna, dalla quale era collegata tramite mura che scendevano fino al lago, proteggendo l’intero borgo. Il castello divenne un feudo vescovile insieme a Varenna, e successivamente passò nelle mani della famiglia Lattuada di Lierna per lungo tempo.
Durante la Prima Guerra Mondiale, sotto la rocca fu installata una postazione militare, parte delle fortificazioni della Frontiera Nord.
Abbiamo visitato il castello durante una suggestiva installazione temporanea di fantasmi in gesso. Questi spettacolari fantasmi erano disseminati ovunque nel giardino del castello: sulle balaustre, nel cortile attorno alla torre e nelle anfrattuosità delle mura perimetrali.
Il castello si trova quasi interamente nel comune di Varenna, con una piccola parte che ricade nel territorio di Perledo. La frazione di Vezio fa parte di Perledo, in provincia di Lecco. Siamo arrivati in auto da Varenna seguendo le indicazioni per Esino Lario e, dopo alcuni tornanti, abbiamo seguito la direzione Vezio/Castello di Vezio. Abbiamo proseguito fino alla fine della strada carrozzabile e parcheggiato.
A piedi, abbiamo attraversato il pittoresco paese di Vezio percorrendo una strada lastricata fino a raggiungere Chiesa di S. Antonio Abate di origine medievale e che conserva ancora antichi affreschi.






Dalla Chiesa, si procede verso il pittoresco giardino di ulivi, per poi arrivare al colle che ospita il castello. Il viale che porta all’ingresso del castello è fiancheggiato dalle gabbie del centro di falconeria. Dopo un breve tratto in leggera salita, appare la sagoma del castello all’orizzonte.





I fantasmi, inquietanti statue di garza e gesso, rappresentano riproduzioni a grandezza naturale di sagome umane. Collocati sul belvedere che domina il giardino della rocca, adottano pose meditative e uniche.
Queste figure spettrali sembrano osservare il paesaggio lacustre, come in una costante attesa di qualcosa che non tornerà mai.











Restaurato parzialmente a metà del XX secolo, il castello oggi si distingue per una torre di avvistamento a base quadrata, accessibile attraverso un piccolo ponte levatoio e visitabile fino alla cima. È circondato da una prima cinta muraria di forma quadrangolare, dotata di una torretta angolare incompleta.
La torre principale ha una merlatura quadrata uguale a quella del castello di Cly in Valle d’Aosta.




Le mura merlate che avvolgono la torre e il ponte levatoio d’ingresso sospeso. E naturalmente, non possono mancare i fantasmi.






All’interno della torre è ospitata un’esposizione permanente dedicata al lariosauro, che include calchi di diversi esemplari. Il Lariosaurus era un rettile di medie dimensioni, raggiungendo circa 1 metro di lunghezza, appartenente ai Sauropterigi, un gruppo estinto di rettili acquatici. Questo animale aveva un collo e un cranio relativamente allungati e viveva in ambienti di laguna salmastra o marino costiero, nutrendosi di pesci che catturava con i suoi lunghi denti sottili e conici, ingerendoli interi. La maggior parte degli esemplari ritrovati proviene dal Triassico Medio di Perledo (a poche centinaia di metri dal castello di Vezio) e dal Monte San Giorgio. Il Lariosaurus è uno dei primi rettili fossili descritti del Triassico Medio dell’Italia settentrionale.







Attraversiamo i giardini e scopriamo al di sotto dei sotterranei parzialmente accessibili. Questi spazi appartengono a un posto di osservazione del sistema difensivo italiano lungo la frontiera nord con la Svizzera, conosciuto impropriamente come “Linea Cadorna”. Questo avamposto era strategicamente posizionato per controllare la vallata che da Porlezza scende a Menaggio, in caso di un tentativo di invasione tedesca attraverso il territorio svizzero. All’interno, ospitava obici da 75 mm.








Lascia un commento