La chiesa di Santa Maria presso San Satiro è una parrocchia storica situata nel cuore di Milano.
La sua costruzione iniziò alla fine del Quattrocento per ordine del duca Gian Galeazzo Sforza e fu successivamente continuata da Ludovico il Moro. Questo progetto faceva parte di un ambizioso programma di rinnovamento artistico nel ducato, che includeva l’invito di artisti da tutta Italia alla corte milanese.
L’edificio fu progettato con le nuove forme rinascimentali introdotte da Donato Bramante. La chiesa, che incorpora l’antico sacello di San Satiro da cui prende il nome, è famosa per ospitare il cosiddetto finto coro bramantesco, un capolavoro dell’arte prospettica rinascimentale italiana.
Questa chiesa è una sorprendente scoperta, un piccolo gioiello nascosto della città. Situata tra via Torino e via Speronari, Santa Maria presso San Satiro è uno degli edifici religiosi più affascinanti di Milano. All’interno, custodisce numerosi tesori, tra cui la celebre e incredibile architettura illusionistica di Bramante.
Giunti alla chiesa, ci accoglie la facciata, esito di un intervento tardo-ottocentesco che completò il progetto incompiuto di Giovanni Antonio Amadeo, celebre architetto dell’epoca, già attivo nel cantiere del Duomo di Milano e nella Certosa di Pavia.


La chiesa presenta una pianta longitudinale a croce decussata. Il corpo principale si articola in tre navate, con le navate laterali più strette rispetto a quella centrale. La maestosa sequenza delle arcate a tutto sesto che separano le navate poggia su pilastri cruciformi senza base, ornati da capitelli corinzi, e sovrastata da una raffinata cornice modanata. La copertura della navata centrale è scandita da volte a botte decorate con finti lacunari, mentre le navate laterali sono coperte da volte a crociera.




Il coro
Una delle soluzioni prospettiche più ingegnose e moderne del primo Rinascimento è per Bramante una scelta inevitabile a causa dei vincoli spaziali e delle strutture preesistenti. Il problema fu risolto brillantemente tramite la creazione di rilievi e modanature in cotto, successivamente dipinti, che generano una fuga prospettica simulando in 97 centimetri di profondità uno spazio equivalente ai bracci del transetto di 9,7 metri. Questo divenne il punto di forza dell’edificio: una finta architettura illusionistica in stucco che crea l’illusione ottica di una profondità notevole pur misurando meno di un metro. È straordinario vederla dal vivo.

Avvicinandoci e osservando da diverse angolazioni, si nota che la profondità è un’illusione e che la profondità è veramente insesistente. Sorprendente!



Sagrestia bramantesca
Dalla navata destra si accede alla sagrestia bramantesca della chiesa: caratterizzata da forme decisamente più slanciate rispetto al resto dell’edificio, presenta una pianta ottagonale ispirata ai battisteri paleocristiani



Sacello di San Satiro
Il sacello di San Satiro, noto anche come la Cappella della Pietà dopo le modifiche rinascimentali, è caratterizzato da una pianta a cella tricora sovrapposta a un quadrato con colonne perimetrali. Questi elementi, insieme ai frammenti degli affreschi carolingi, costituiscono il nucleo originario dell’edificio. Tra le decorazioni risalenti alla costruzione bramantesca spicca la Pietà, un gruppo di statue in terracotta dipinta realizzato da Agostino Fonduli. Questo gruppo è composto da quattordici figure create con la tecnica del panneggio bagnato, raffigurando Cristo morente tra le braccia di Maria.



Girovagando per la chiesa







La parte posteriore
Arricchiscono il complesso il campanile e la storica chiesetta di San Satiro su Via Spadari, insieme ai corpi gemelli della canonica su Via Torino.


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