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Museo della Stampa – Soncino

La storia della stampa è strettamente legata al borgo di Soncino e alle vicende di una famiglia di ebrei originari di Spira, in Germania. A causa delle frequenti persecuzioni anti-ebraiche, la famiglia del medico e rabbino Israel Nathan fu costretta a lasciare Spira, trovando rifugio a Soncino. Qui, nel 1441, ottennero dal Duca di Milano, Francesco I Sforza, il permesso di esercitare il prestito di denaro a pegno. Tuttavia, con la fondazione del Monte di Pietà nel 1472, furono incentivati a cercare una nuova attività e si dedicarono alla stampa. Israel Nathan applic

la tecnica della stampa a caratteri mobili, recentemente inventata da Gutenberg, alla lingua ebraica e fondò una tipografia a Soncino. Nel 1488, venne stampata la prima Bibbia Ebraica completa di segni vocalici.

Il figlio, Giosuè Salomone, seguendo le orme del padre, stampò circa venticinque edizioni a Soncino, elevando l’arte tipografica a nuovi standard di qualità. Successivamente, Gershom Soncino continuò l’attività tipografica, spostandosi a Brescia, Barco di Orzinuovi e infine a Venezia.

Nei primi tre decenni del XVI secolo, stampò anche a Fano, Pesaro, Cesena, Ortona e Rimini. Tra il 1502 e il 1527, Gershom pubblicò quasi un centinaio di edizioni in volgare, in latino, in greco e circa ottanta in ebraico. Nel 1527, Gershom decise di lasciare la penisola e si trasferì prima a Salonicco e infine a Costantinopoli.

Il museo è situato in via Lanfranco, 6/8 a Soncino, nel cuore del centro medievale. Noi ci siamo arrivati con una piacevole passeggiata a piedi dopo aver visitato la Rocca. L’ingresso è a pagamento. Abbiamo acquistato un biglietto cumulativo a € 7,00 (Rocca + Museo della Stampa) presso il desk situato davanti alla Rocca. Il percorso di visita è unidirezionale e, all’interno, oltre a guide amichevoli che ci hanno fornito informazioni sulla storia del sito, abbiamo assistito a una dimostrazione di stampa dal vivo utilizzando il torchio presente nella Sala 1.

La vista si snoda su due piani – Piano Terra:

SALA 1: “ENTRATA”

Un torchio di ghisa del 1858 dei fratelli Dell’Orto di Monza viene utilizzato per una dimostrazione pratica di stampa da abili mastri stampatori.

SALA 2: LA COMPOSIZONE DEI CARATTERI MANUALE E MECCANICA

Un’atmosfera antica avvolge questa sala, ecco il compositoio con le casse tipografiche, contenenti i caratteri mobili in metallo, dove il compositore con sapienti e rapidi gesti dava forma alla composizione del testo da stampare.

SALA 3: POLIFUNZIONALE E DEL TERRITORIO

Nella sala un breve video presenta le principali attrazioni artistiche e storiche di Soncino.

Primo Piano:

SALA 4 CAZZANIGA: LA PRODUZIONE DEI SONCINO – Gli stampatori ebrei “Soncino”

La storia della stampa si intreccia con il borgo di Soncino e con le vicende di una famiglia di ebrei provenienti da Spira, città tedesca situata vicino a Magonza.

SALA 5: LA CALCOGRAFIA

Nella sala sono esposti dei piccoli torchi calcografici ancor oggi utilizzati da artisti per stampare le loro opere. Alle pareti si possono ammirare le loro realizzazioni.ove il compositore con sapienti e rapidi gesti dava forma alla composizione del testo da stampare.

SALA 6: LA LITOGRAFIA

Nella sala si possono ammirare varie matrici di pietre litografiche e fa bella mostra di se un anche un torchio litografico a stella in legno, costruito nell’800 dalla ditta “Bollito e Torchio” di Torino con contrappesi, per lo scorrimento del piano di stampa.

Al primo piano all’interno di una teca allarmata era esposta:

La Merda d’artista

di Piero Manzoni. Nel 1961 Piero Manzoni (1933-1963) realizza 90 scatolette di Merda d’artista; dopo più di sessant’anni possiamo dire che Merda d’artista è una delle opere più famose e al tempo stesso meno comprese della storia dell’arte.

Ad ogni modo, opera discutibile, ma decisamente curiosa, e dicamo “originale”!

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